kassos

Kassos (o Kasos) è terra dal paesaggio aspro; isola spoglia e rocciosa, spigolosa e sovente battuta da forti venti, ma che presenta una sorta di desolazione dal grande fascino.

Si tratta in effetti della più isolata e meridionale tra tutte le isole del Dodecanneso, situata a nord di Creta e vicinissima a Karpathos, isola dalla quale dista appena 3 miglia nautiche.

Kassos conta oggi circa 1.000 abitanti - che tuttora vivono prevalentemente di pesca - concentrati nel caratteristico capoluogo, nonché porto principale, denominato Fri. Nel corso degli anni del novecento molte persone sono emigrate negli Stati Uniti.

Lungo i pendii dell'isola sono presenti numerose e suggestive grotte, tra le quali sono in assoluto degne di menzione quella di Selladi - famosa per le sue stalattiti - e quella di Ellinokamari, nota per le mura ciclopiche che la circondano.

Davvero singolare è la storia di Kassos. Tra i primi ad insediarsi sull'isola vanno annoverati i Minoici provenienti dalla vicina Creta; in seguito Kassos ha praticamente seguito le vicende storiche della vicina Karpathos, ma con una importante eccezione: ad un certo punto le venne infatti concessa una certa autonomia territoriale, autonomia che le permise di avviare una propria e fiorente attività armatoriale, poi sviluppatasi nel tempo - tanto che nel 1820 Kassos contava addirittura 11.000 abitanti ed una flotta di ben cento navi che solcavano le rotte commerciali del Mediterraneo orientale.

Ma nel maggio del 1824, al tempo dei moti per l'indipendenza greca, vi fu tuttavia una improvvisa e drammatica svolta. In quell'occasione l'isola fu messa a ferro e fuoco dalla flotta di Ibrahim Pascià - il Khedivè d'Egitto al servizio del sultano ottomano - i suoi abitanti uccisi, i sopravvissuti venduti come schiavi. Nel 1911, nel corso della guerra italo-turca, Kassos fu presa dagli Italiani. E soltanto nel 1947 fu riunita, insieme alle altre isole del Dodecanneso, al regno di Grecia.