Sulla
costa orientale dell'isola si trova il villaggio di
Kastelli - anch'esso abitato nei
soli mesi estivi - e
nei dintorni sono presenti rovine di
epoca ellenistica e romana. Sulla parte est dell'isola
infine - in località Katalimatsa
- sono state trovate le rovine di un antico porto.
Gli
abitanti di Anafi sono aperti di
carattere ed assolutamente disponibili, si dedicano
alla produzione di olio di oliva e all'apicoltura,
ma soprattutto alla pastorizia e alla produzione del
famoso formaggio locale detto “vrasta".
Il
nome dell’isola significherebbe assenza di serpenti;
ma secondo Apollonio Rodio deriverebbe invece dalla
parola greca "anafos" (ovvero impalpabile)
e di conseguenza sarebbe collegato al celebre mito
degli Argonauti - i quali, minacciati da una tempesta
sulla rotta del ritorno, furono aiutati dall'intervento
di Apollo che fece loro apparire quest'isola in modo
da offrirli un riparo sicuro.
Nel
passato Anafi fu scalo fenicio e
colonia dorica; quindi nel V secolo a.C. fece parte
della lega attica, e durante il medioevo del ducato
di Naxos - che era sotto dominio veneziano. Finì
infine sotto il controllo ottomano e quindi saccheggiata
dal pirata Barbarossa. Nel 1830, in seguito al trattato
di Londra, venne infine incorporata al regno di Grecia.